Nonostante i problemi indotti dalle carenze di materie prime e di componenti, le immatricolazioni nei primi cinque mesi 2021 segnano una crescita che sfiora il sessanta per cento. Ipotizzabile una chiusura d’anno sulle 21 mila macchine.
Se si escludono i marchi Arbos e Goldoni, alle prese con grossi problemi e un futuro tutto da ricostruire, non c’è costruttore operante in Italia che non abbia chiuso i primi cinque mesi 2021 con grossi incrementi di immatricolato rispetto allo stesso periodo del 2020. Una crescita era scontata se si pensa che nei primi sei mesi del 2020 le immatricolazioni subirono un calo superiore al 18 per cento. Causa il lockdown da Covid-19.
Ma nessuno si aspettava che il mercato reagisse con tale entusiasmo agli aiuti di settore previsti dall’ultima Legge di Bilancio. Le immatricolazioni sono in effetti cresciute quasi del 60 per cento nei primi cinque mesi di quest’anno rispetto agli analoghi 2020. Con l’anno mobile che vede chiudere l’immatricolato oltre le 21 mila e 700 unità. Pochi fra gli addetti ai lavori ipotizzano però che anche l’anno solare chiuda sugli stessi volumi. Questo in quanto chi voleva sfruttare gli aiuti in essere lo ha fatto e quindi c’è da aspettarsi che gli ordini comincino a calare.
Vero però che il passaggio dall’ordine all’immatricolazione è al momento molto frenato dalla mancanza di materie prime e componenti. Quindi è probabile che si passi da una forte crescita a un andamento a “onda lunga” che potrebbe protrarsi fino a metà 2022. Le medie-mese lo confermano. Una chiusura 2021 sulle 21 mila unità è quindi realistica e auspicabile. Vuoi per motivi economici, vuoi perché i nuovi trattori per essere sfruttati al meglio delle loro potenzialità impongono agli operatori un rinnovamento culturale e tecnologico. Rinnovamento che si rifletterà positivamente sull’intero comparto primario.
Senza dimenticare che le stesse macchine sono anche caratterizzate da più elevati standard di sicurezza dovendo rispettare rigide normative europee in materia. Di fatto un momento di grande positività che, come accennato, non ha lasciato indietro nessuno. Variando di poco le posizioni che i costruttori avevano guadagnato a fine marzo. Fra i generalisti e a livello di podio New Holland riafferma la propria leadership. Mentre Landini allunga di poco su John Deere che si vede anche avvicinato alle spalle da Same. In appannaggio al gruppo Sdf pure la quinta posizione. Con Deutz-Fahr che tiene a distanza Fendt e Kubota, più vicini fra loro rispetto ai dati di fine marzo.
Più articolate le posizioni a seguire, con Lamborghini e Massey Ferguson che continuano ad alternarsi fra l’ottavo e il nono posto risultando distanziati di una manciata di macchine. Lo stesso vale per Claas e Case Ih, in lotta per la decina e l’undicesima posizione. A fine maggio ha prevalso Claas che sembra allungare avendo distanziato Case Ih di 23 macchine, ma la partita è ancora tutta da giocare esattamente come accade per Valtra e McCormick, distanziati fra loro di sole cinque macchine. Da segnalare le performance di Antonio Carraro e del gruppo Bcs. Il primo con i suoi 956 trattori può vantarsi di essere il secondo marchio assoluto in Italia, mentre Bcs con le sue 402 immatricolazioni entrerebbe nella Top Ten.
Crescita del sessanta per cento